“CioccolaTò”
Torino, 4-13 Marzo 2005

Il report dell'evento

In una Piazza Castello piena di sole gli stand dei maestri del cioccolato d’Autore italiano proponevano mille prelibatezze, mentre la grande industria offriva assaggi e degustazioni in grandi spazi allestiti per l’occasione. Peccato però che non fosse presente fisicamente alcun produttore, nemmeno quelli piemontesi a fare, almeno, gli onori di casa! Così davvero difficile per i non addetti ai lavori scoprire le novità di ciascuno e conoscere la loro produzione o assaggiare qualcosa per poi decidere cosa acquistare perché i ragazzi addetti alle vendite per lo più non erano informati né su chi fosse il produttore, né sulle sue novità. Ho dovuto prendere le confezioni, cercare l’etichetta e leggerla e questo francamente mi sembra davvero troppo, anche per un fan del cibo degli dei, figuriamoci per chi deve scrivere e promuovere un prodotto.

Viene spontaneo il paragone con la prima edizione torinese di Eurochocolate (in questo caso diamo a Cesare quel che è di Cesare) quando in una città letteralmente invasa dalla cioccolata,in un’atmosfera davvero ad hoc per Torino che tutti considerano la patria ideale del cioccolato italiano, tra la mongolfiera della Lindt ed il mega gianduiotto di Peyrano o la Nutelleria della Ferrero si potevano incontrare tutti, ma proprio tutti, dal più famoso artigiano fino alla giovane new entry ancora sconosciuta e si faceva davvero cultura del cioccolato perché a questo dovrebbero servire le varie manifestazioni che oggi si moltiplicano a vista d’occhio in tutta la penisola. Purtroppo però, come succede nelle mega feste, anche qui non si è parlato alla gente, non si è raccontato nulla, ma si vendeva e basta. Anche qui il dio denaro ha imperato e, ad una mia rimostranza con un cioccolatiere torinese che conosco bene, mi è stato risposto che non si può perdere tempo agli stand a raccontarsi alla gente quando si ha da lavorare per la Pasqua alle porte.

Anche la comunicazione di CioccolaTO’ è stata pessima, affidata a persone che fin dalla prima edizione non sono state capaci di polarizzare l’attenzione sull’evento che, ripeto, dovrebbe e potrebbe avere grande importanza vista la posizione geografica ed il fatto che ormai Eurochocolate si è spostata di necessità al Centro Sud lasciando spazio a chi sa approfittare dell’occasione.

Hanno risollevato le sorti del mio viaggio a Torino altrimenti inutile due giovani cioccolatieri piemontesi con cui è stato davvero un piacere parlare e discutere dei loro prodotti peraltro ottimi. Mi riferisco a Fabrizio Galla di San Sebastiano Po’ (Chivasso), già vincitore del 4° Trofeo Barry Callebaut nel gennaio 2004. Sarà in ottobre a Parigi come finalista per aggiudicarsi l’Award Chocolate Master e sono certa che si farà onore poiché c’è in lui la stoffa di un grande. Le sue praline e i suoi cremini mi hanno ricordato gli insuperabili di Luca Mannori e scusate se è poco! E simpatico il suo pepe rosa bassinato o i tradizionali Nocciolini di Chivasso anch’essi bassinati con cioccolato fondente per mantenere un legame con la tradizione pur nella grande modernità delle proposte. Il suo laboratorio è nel ristorante “Le tre colombe”.

Guido Castagna è l’altro giovane maestro cioccolatiere che ha portato una ventata di freschezza e di innovazione nell’ambito della secolare tradizione locale spesso tacciata di essere troppo poco propositiva in un mondo del gusto in continua e rapidissima evoluzione. Il suo laboratorio, aperto da due anni, è a Giaveno (TO). Le confezioni decisamente eleganti dimostrano un’attenzione particolare al marketing. Molte le sue proposte: si va dalle tavolette con diverse percentuali di cacao ai bassinati (nocciola, arancio, caffè e limone), ai tartufi in quattro gusti diversi(gianduia, croccante, maraschino e amaretto) alle praline speziate(menta-liquerizia, paprica-pepe rosa, ginepro-timo, zenzero). Tutto buonissimo. www.guidocastagna.it

Testo di Bjorn Frederik Nielsen
Foto di Marco Diana