Le mille e una notte
Weekend ad Istambul

Troppo poco per il regno delle “Mille e una notte” perché qui il tempo scorre con ritmi diversi dettato dai nostri sogni e dalle fantastiche storie che ci leggevano da piccoli. E così i Sultani del grande Impero, con le loro concubine chiuse negli Harem, le grandi Moschee con i mille minareti, il Topkapi, il Gran Bazar brulicante di vita, il Bosforo con gli splendidi palazzi che si affacciano silenziosi, vorrebbero che gli dedicassimo più giorni perché solo così si potrebbe respirare quell’aria di leggenda che si mischia alla storia in un tutto unico. Bisogna ritornare per capire, per amare quest’estremo lembo di Europa che si fonde con la terra d’Asia, per assistere ad un tramonto sul mare mentre le cupole delle moschee si tingono di rosso fuoco e nell’aria si diffondono, come languidi canti,le preghiere dei muezzin che chiamano a raccolta i fedeli. Ma anche così, per un week end invernale ritagliato tra un impegno ed un altro, vale la pena salire su un aereo e volare in Turchia. L’importante è cominciare bene, dall’albergo per esempio! Non si può venire ad Istambul e non scendere all’Hotel Pera Palace perché ha un fascino indimenticabile. Quest’edificio storico, la cui costruzione risale alla seconda metà dell'800, è stato recentemente rimodernato, ma conserva la sua atmosfera d'altri tempi. È situato nella parte moderna della città, vicino a Piazza Taksim, proprio d fronte al Corno d’Oro e tra i suoi ospiti illustri annovera anche Agata Christie. In realtà è un po’ scomodo per visitare poi tutte le bellezze della parte antica, in quella zona della città che prende il nome dalla famosa Moschea Blu e si chiama Sultanhamet, ma i taxi sono numerosissimi e se contrattate sul prezzo troverete che sono anche molto velociconsiderato il traffico assolutamente caotico della città. Dunque il primo appuntamento con il fascino di un mondo sconosciuto è proprio qui, alla Moschea Blu, un vero capolavoro d’architettura con ben sei minareti. Fu fatta costruire nel 1600 dal Sultano Ahmet ed il suo nome deriva dalle maioliche azzurre provenienti dalla città di Iznik che rivestono le pareti interne del grandissimo edificio. Mille luci la illuminano mentre il sole trapassa le bellissime vetrate e colpisce il pavimento coperto completamente da un susseguirsi ininterrotto di favolosi tappeti.

All’uscita, mentre ci incamminiamo verso la Chiesa di Santa Sofia che ci sta di fronte, un incontro “dolce”e decisamente inconsueto: un ragazzo produce deliziosi bastoncini di caramelle multicolori espresse! Le puoi avere secondo ituoi gusti oppure decidere di lasciar fare a lui. 

La Chiesa, dedicata alla Divina Sapienza (Sofia vuol dire sapienza!), sorge vicina alla grande piazza dell’ Ippodromo. Fu Giustiniano a volerla e rappresentò la massima espressione della Cristianità fino a quando Costantinopoli, conquistata dai Turchi, divenne l’odierna Istambul e la grande chiesa venne trasformata in una moschea.

Molto vicino, in Tavukhane Sok c’è un negozio che vale il viaggio in Turchia. Si chiama Artline Carpets &Kilim ed il proprietario, un architetto d’interni, vi mostrerà favolosi tappeti a prezzi assolutamente onesti. Ha anche un sito internet che vi consiglio di visitare: www.artlinecarpets.com

A questo punto, se siete affamati, fermatevi nel ristorante turco di fianco al negozio perché è ricco di atmosfera. Ci sono solo piatti della tradizione come il karnıyarık vepilav (un piatto di carne tritata mescolata a verdure e melanzane con riso pilaf, o lo yaprak dolmasi (foglie di vite con il riso, pinoli ed una verdura simile alle erbette, ma se volete andare sul sicuro potete ordinare una crep al formaggio o il classico kebap.

 

 Per finire la giornata fatevi portare al Gran Bazar. Ricordatevi che in inverno chiude alle cinque, ma poiché non avete molti giorni potete farvi un salto e poi ritornarci. È al coperto, molto grande, con un dedalo di vie e viuzze su cui si affacciano una miriade di negozi. Si trova di tutto, dalle babbucce con la punta in su, alle sciarpe, dagli abiti per le danzatrici del ventre, alle griffe famose copiatissime ed ai gioielli antichi bellissimi oltre ai tappeti, ovviamente. E dolci, tanti dolci come i famosi lokum (dei cubetti di una specie di gelatina ripieni o di pistacchi, o d’arancia o di mandorla con acqua di rose) decisamente troppo dolci per i nostri gusti, ma molto apprezzati così come i baklava (a base di pasta sfoglia ricoperta di miele e ripieni di noci, pistacchi o arachidi.

 L’ultimo giorno, di mattino, prendete un battello che risale il Bosforo perché solo così potrete avere un’idea della grandiosità di Istambul con il Ponte che unisce l’Asia e l’Europa e i suoi bellissimi palazzi che ricordano la grande storia di questa città fondata dai Greci nel lontano 600 A.C con il nome di Bisanzio, divenuta poi capitale dell’Impero Romano d’Oriente con il nome di Costantinopoli.

Marina Sanvito