Il report dell'evento Ernesto Galli della Loggia, famoso giornalista, tempo fa scrisse su “Sette” un articolo dedicato ad Eurochocolate Perugina intitolandolo “La barbarie del gianduiotto. Così Perugia diventa una fiera di serie B”. Era stato nella bellissima città ed aveva visto come si può trasformare una manifestazione sul cioccolato in una saga del cattivo gusto. La prima volta di Eurochocolate a Modica, nella splendida città barocca patrimonio dell’Unesco, in un certo senso è stata anche peggio. Già il titolo dell’ evento “Modica: cioccolato il migliore amico dell’uovo” è un assurdo. Chi conosce anche solo un poco il cioccolato e come questo viene prodotto qui in questa parte della Sicilia sa che non essendo né concato, né temperato e lavorato a freddo con l’aggiunta di zucchero semolato si presenta ricco di cristalli e per nulla “scioglievole” così da non poterlo assolutamente lavorare e pertanto impossibile trasformarlo in uova per celebrare la tradizione pasquale. Sono anni e anni che Franco Ruta e suo figlio Pierpaolo dell’Antica Dolceria Bonajuto si spendono in parole e scritti per diffondere la cultura di questo prodotto che è una particolarità solo di questa città e che raccontano, come una fiaba affascinante, il retaggio della dominazione spagnola che qui ha portato, intatta nel tempo, la lavorazione del cioccolato come questi l’avevano imparata dal popolo degli Aztechi in seguito alla conquista del Messico da parte di Cortès nel 1519. E li ho visti presenti a tutti i più importanti eventi dedicati al cioccolato che ormai si tengono in tutta Italia e che si stanno moltiplicando a vista d’occhio. E’ solo grazie a loro, al grande amore per la loro terra e per la tradizione che oggi il cioccolato modicano è conosciuto anche in America dove il New York Times gli ha dedicato articoli interi. E proprio agli americani Franco ha tenuto a sottolineare che la Sicilia non è più quella di un tempo e che non deve essere identificata da un carretto siciliano, da una coppola e da una lupara. Oggi la Sicilia è un mondo in grande evoluzione dove la cultura, e non solo quella della tavola, trova un posto molto importante nella vita di tanti. Io credo che città come Modica, Scicli, Noto che sono un tripudio dell’arte barocca avrebbero meritato di essere conosciute da tutti per quel patrimonio di arte e di cultura che recano in sé e che le amministrazioni locali, la Provincia e la Regione avrebbe dovuto promuovere questo territorio proprio in questo senso, ma non è stato fatto o fatto male e troppo poco ed allora se la cultura deve passare per la gola viva il cioccolato che richiama a sé molti golosi, ma teniamo stretto il suo legame con la storia, anzi la preistoria, come dice Ruta, evidenziamo questo legame con la Spagna, con il Messico e con la cultura pre-colombiana. E’ un messaggio pieno di fascino e di significato, davvero diverso da tutto il resto dell’Italia del cioccolato. Ed era necessaria una comunicazione forte che raggiungesse tutto il “continente” e non solo ristretta a Ragusa e dintorni perché la città ha bisogno di un altro tipo di turismo, nazionale ed internazionale che permetta a tutti di conoscerla e di apprezzarla. Ma evidentemente c’è sempre chi non vuole capire, chi trova più facile distruggere che costruire, chi pensa che il fine di avere tanta gente in città per una sagra di paese giustifichi il sacrificare tanti valori. Ed ecco la città piena davvero all’inverosimile di gente venuta dai dintorni e anche da Catania e Palermo attratta dal nome di Eurochocolate girare un po’ smarrita perché dopo le prime degustazioni ha scoperto che qui non c’è una incredibile varietà di cioccolato proveniente da tutto il mondo, ma il cioccolato modicano e basta, quello alla vaniglia, alla cannella ed al peperoncino perché questo è tradizione, cultura, ricchezza e tutti i cioccolatieri lo producono più o meno uguale, ovviamente con differenze notevoli nel sapore e nel profumo a seconda della capacità di produrlo, ma sostanzialmente identico, unico e nessuno glielo ha spiegato! Non ci sono state né attrazioni particolari, nè momenti di cultura a meno che non si voglia chiamare cultura il Choco Circus con la Donna Cannolo! E per rilanciare meglio la nostra bellissima isola il “papà” di Eurochocolate, Eugenio Guarducci, ha trovato molto spiritoso e divertente presentarsi con in testa una coppola e farsi fotografare seduto su un carretto siciliano mentre diceva “Modicano sono!” A dimostrare a lui e a chi ha aderito a questa assurda proposta dell’uovo con il cioccolato di Modica che anche un messaggio sbagliato può essere trasformato in qualcosa di positivo se si è capaci di farlo e se si ha creatività, fantasia e ricchezza interiore ci ha pensato Pierpaolo Ruta creando “nulla di n’uovo”, un ovetto “composto da due emisferi di cioccolato che rappresentano due mondi:il nostro e quello meso-americano, che ci ha insegnato il rispetto per questo alimento. Due culture tanto distanti geograficamente che sono due metà di una comune identità”. C’era anche la sorpresa: un piccolo pieghevole ovale tra le due metà ricco di immagini legate al cacao e alla città da una parte e di quanto detto sopra dall’altra. Lo hanno presentato a Eugenio Guarducci in Dolceria insieme a “cosa c’è di n’uovo”, un altro ovetto ideato per Ciomod Mercoledì 16 Marzo. In quell’occasione Franco Ruta ha regalato al Presidente di Eurochocolate una pecora nera di marzapane istituendo una specie di premio speciale creato per l’occasione. Un tapiro d’oro? A questa domanda Franco Ruta non ha risposto chiudendosi in un silenzio stampa con il suo tipico sorriso ironico.
L’unico momento, poi, di vero buon gusto è stata la rappresentazione di una piece dello scrittore modicano Raffaele Poidomani Moncada al Teatro Garibaldi venerdì sera quasi ad inaugurare la tre giorni del cioccolato.
“Il biscotto di legno” è un breve racconto ricco di poesia che riporta uno spaccato della vita siciliana dei primi del ‘900. Il protagonista è un vecchio nobile caduto in miseria, ma così orgoglioso della sua trascorsa grandezza da non voler mostrare a nessuno il suo stato. Si costruisce così un biscotto di legno dipinto da una parte di giallo uovo e dall’altra di nero e ogni giorno, davanti alla finestra, finge, a beneficio dei passanti curiosi, di intingerlo in una cioccolata fumante proprio come quella che beveva da Don Ciccio Bonajuto, nell’Antica Dolceria. E Franco Ruta ha fatto preparare per il dopo teatro tanti biscotti fragranti da offrire insieme al suo liquore al cioccolato. Peccato che né Guarducci, né il Sindaco siano intervenuti e nemmeno l’intellighenzia della città! Marina Sanvito
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