Bologna, 24 -27 febbraio 2011 Il report dell'evento
Non amo essere critica e disfattista, ma mi aspettavo molto da questa prima edizione italiana. Anzi, mi sono rammaricata che non sia stata presa in considerazione Milano e il suo bellissimo polo fieristico per una manifestazione di grande respiro che avrebbe avuto a suo favore anche la concomitanza con la Settimana della Moda milanese. A Parigi il mio impatto con il Salon du Chocolat era stato memorabile per la bellezza degli stand, la loro maestosità ed eleganza, il loro tocco di classe e la grande partecipazione internazionale di autori del cioccolato artigianale da tutto il mondo e poi la sfilata… con abiti incredibili, dove grandissimi nomi dell’alta moda erano abbinati ai più famosi cioccolatieri d’oltralpe.
Qui a Bologna, purtroppo, nulla da spartire con il Salon du Chocolat di Parigi: solo il nome. Tutto è stato ridotto a una delle tante manifestazioni del cioccolato italiano sparse un po’ ovunque in Italia cui partecipano i nostri grandi del cioccolato d’Autore ed anche i meno grandi con i loro prodotti. Assenti o quasi gli stranieri che invece avrebbero fatto la differenza e creato la novità per un pubblico che ormai aspira a nuovi panorami e cerca proposte innovative diverse da quelle ottime, ma ormai troppo conosciute. Al posto del lusso e dello sfarzo degli stand di Parigi una stretta ammucchiata di piccoli spazi tipo box, senza fascino ed esotismo alcuno con indicazioni praticamente inesistenti per segnalare i tre piani su cui la mostra si snodava. Non ci siamo fatti mancare nemmeno un tentativo di asta di beneficenza a favore di un simpatico fratone che chiedeva un aiuto per la ristrutturazione della sua chiesa e un grazie dovuto va comunque a Venchi che ha creato un quadro di cioccolato da battere all’asta a pezzettoni. Così è cominciata la serata di gala per presentare il Salone e la sfilata di moda ormai famosa in tutto il mondo.
Una sfilata tenera e allegra, un po’ casalinga se vogliamo, senza pretese di grandeur come quella parigina dove tutto è all’insegna del vero fashion.
Qui siamo a casa, in un’ambientazione un po’ da parrocchia a carnevale se non fosse per qualche abito più importante creato da Maestri francesi….I nostri bravissimi del cioccolato d’Autore non avevano alle spalle grandi case di moda, né nomi altisonanti come Dior o Chanel, ma hanno dato il loro grandissimo contributo in entusiasmo e partecipazione con molta inventiva e una grande dose di humour. Così eccovi tutta la sfilata…….