Laboratorio Artigianale Giraudi

Giacomo è una persona che ama la libertà e lo vedi subito al primo incontro. E' un indipendente, esuberante ed entusiasta quanto basta da sembrare un bambino ribelle, un gian burrasca da sempre…un ragazzone con la gioia di vivere. Mi ha raccontato che a diciannove anni, appena finito il servizio militare, dopo aver provato “a lavorare sotto padrone” aveva chiesto al padre di entrare nell'azienda agricola di famiglia. Ma Gerolamo non l'aveva voluto con sé. La classica saggezza contadina gli fa dire che non è vita per suo figlio: l'agricoltura dà di che mangiare, ma solo questo e certo non si diventa ricchi: ci sono solo tanti sacrifici. Per Giacomo voleva un futuro diverso. In famiglia c'era una tradizione dolciaria ed uno zio pasticcere che si era appena ritirato lasciando la sua parte al cugino Paolo Giraudi. Era il 1982 e questo parente che Giacomo chiama da sempre zio per affetto, era uno dei più bravi cioccolatieri e pasticceri del Piemonte. Lui non aveva mai nemmeno pensato di frequentare una scuola di cucina. Figuriamoci poi fare dolci! Ma l'idea di poter essere da solo con zio Paolino lo ha incitato a provare. Si è fatto prestare dei soldi dal padre e si è proposto come nuovo socio. “Ho lavorato come un pazzo per un anno intero, ma ho avuto la grande soddisfazione di restituire tutto prima del tempo”-dice- “anzi sono riuscito ad acquistare il negozio dello zio ad Ale ssandria”. Sono gli zii Giovanni Battista e Paolo i grandi maestri di questo ormai famoso cioccolatiere, soprattutto Giraudi, tanto che non ha mai voluto cambiare il nome dell'azienda proprio in suo onore. Vive a Castellazzo Bormida dove c'è anche il suo laboratorio ed una pasticceria. Si alza ogni mattina alle sei e lo aiutano alcuni lavoranti. La moglie Nicoletta ha il suo impiego, ma sopraggiunge in negozio al pomeriggio. Sua sorella ed anche papà Gerolamo arrivano nei momenti di grande lavoro. Ha un figlio di sedici anni che frequenta la Scuola Alberghiera di Stresa, una delle più prestigiose in Italia, perché vuole diventare pasticcere, come il padre, ma vuole partire alla grande, con alle spalle una solida preparazione di base. Poi sarà l'esperienza in campo, le mille prove e le tante ore di lavoro che faranno il resto. Sì, perché si può avere la fortuna di ereditare dalle famiglia quel particolare cromosoma che fa la differenza, ma come Giacomo, poi, bisogna tentare, sperimentare e non lasciarsi mai scoraggiare dalla fatica lavorando sempre con il traguardo del costante miglioramento.

Giraudi è un nome sempre presente in tutte le manifestazioni che vedono il cioccolato protagonista perché vuole portare avanti il proprio personale discorso sul valore e sull'importanza del cioccolato artigianale in Italia. Spesso, a questo proposito, invita nel suo laboratorio i ragazzi delle scuole della sua provincia. Ama i giovani e riesce a comunicar loro la sua passione per questo mondo dolce ed appassionante con un linguaggio semplice, diretto e coinvolgente. Ha il dono di riuscire subito simpatico perché è spontaneo, vero. Lo definirei il classico bravo ragazzo che non si nutre di invidie o delle mille chiacchere che spesso agitano il mondo del cioccolato. Va avanti per la sua strada, non è superbo per i traguardi raggiunti anzi, sembra a volte perfino stupito come quando mi fa sapere che il più lussuoso albergo del mondo, in Arabia, vende i suoi prodotti. Quasi si vergogna se lo chiamano “maestro” mentre è molto bravo quando spiega la sua arte ed il suo cioccolato è veramente d'Autore: all'innovazione si unisce l'amore per la tradizione della sua terra.

Tantissimi i prodotti e molti classici piemontesi come i Mandrugnin, i nocciolini, i nugatelli o gli amaretti di tipo meringato e le torte alle nocciole, la Polenta d' Ale ssandria o i biscotti fi farina di mais macinata a pietra. Nuove le tavolette (persino al 100% di cacao) disegnate per lui da Antonio Riello e che non hanno quadretti, ma si rompono in modo casuale e buonissime le Pepite al cioccolato fondente con un cuore di zenzero candito o le fave di cacao tostate intere o in granella da degustare direttamente come un tempo era uso dei Maya. Ci sono poi le Mille Scaglie per farsi una cioccolata in tazza con una miscela di cacao pregiati e la Giacometta, la ormai celeberrima spalmabile di cioccolato con altissima percentuale di nocciole Piemonte. Per poterle assaggiare o per saperne di più navigate in www.giraudi.it , ma per conoscere Giacomo e scoprire se è davvero come io lo vedo ed imparare il suo cioccolato perché non incontrarlo a Parma in Febbraio al corso della Scuola Itinerante dedicato ai bambini?!

Marina Sanvito