Ci sono molte teorie sul come e sul dove sia arrivata in Italia la cioccolata dopo la sua scoperta per opera dei Conquistadores spagnoli, ma innanzi tutto bisogna ricordare che nel periodo barocco tutta l’Europa era un gran campo di battaglia e la nostra penisola era divisa in tanti stati, grandi e piccoli, totalmente indipendenti l’uno dall’altro e spesso in lotta tra loro. Basti pensare che tutta la Sicilia era dominata dagli Spagnoli, il Granducato di Toscana era possesso della famiglia De Medici, il Piemonte era dei Savoia e così via. Si sa con certezza che fu solo nel 1580 che gli Spagnoli cominciarono a spedire i semi di cacao in tutte le loro colonie. Una delle tesi più recenti supporta la teoria che la Sicilia conobbe il cacao per prima. Grazie a Pozzallo, importantissimo porto del mediterraneo già nel 1400 ed al suo Caricatore, enorme magazzino costiero, la Contea di Modica, nella parte Sud Orientale, riceveva carichi del prezioso oro nero e ne conobbe la lavorazione grazie a qualche soldato o funzionario spagnolo che l’aveva appresa in patria o addirittura in Messico. In tutta la zona si usava il metate per produrre la pasta di cacao e presto, come nella penisola iberica, comparvero i “ciucculattaru”, artigiani che spingevano un carrettino sul quale era posto appunto il metate (la pietra ricurva usata dagli Aztechi) e sacchi di semi di cacao. Per pochi soldi si fermavano davanti alla porta di casa e li frantumavano esattamente come era fatto in Messico dai popoli antichi per vendere una cioccolata espressa, un alimento prima che un dolce.
Le uniche testimonianze scritte, tuttavia, sono quelle relative alla Toscana, la Chocolate Valley attuale.
In Piemonte il cioccolato arrivò solo dopo la sua diffusione in Francia e probabilmente grazie al Duca Emanuele Filiberto di Savoia, generale degli eserciti spagnoli agli ordini dell'imperatore Carlo V. In questa regione nacquero e lavorarono moltissimi cioccolatieri tanto che a partire dalla fine del XVII secolo il Piemonte fu considerato la vera patria del cioccolato italiano. La prima licenza per aprire un negozio di cioccolato in Italia è del 1678. Giovanni Battista Ari ottenne, infatti, il permesso da Casa Savoia di esercitare l’arte del cioccolatiere. E’ di Torino il primato di aver proposto il cioccolato nella sua prima forma solida: i “givu” erano, infatti, dei piccoli bocconcini di pasta di cacao. La nascita del gianduiotto è però del 1861. Molto interessante ricordare che il famoso cioccolato svizzero nasce, in un certo senso, in Italia perché molti nomi famosi perché fondatori poi di grandi industrie d’oltralpe impararono la dolce arte nei laboratori degli artigiani torinesi.
E sono gli artigiani la vera ricchezza della nostra terra, i maestri cioccolatieri che ogni giorno con incredibile tenacia provano e riprovano, sperimentano continuamente nuovi sapori e nuovi connubi per poter regalare a tutti noi sensazioni mai provate prima. Ecco nascere dalle loro mani veri capolavori di gusto e di armonia che si possono trovare solo nei loro laboratori sparsi un po’ per tutta la penisola o in negozi come “Arte del Cioccolato”. Qui grandi cioccolatieri piemontesi, toscani, lombardi e siciliani come Andrea Slitti, Denis Buosi, Giraudi, Guido Castagna, Pistocchi, Morandin e Bonajuto propongono quotidianamente il meglio della loro produzione. Qui continua a vivere la grande cultura del cioccolato italiano d’Autore che "nelle sue mille varianti di gusto e di forme è un bene culturale, come può esserlo una scultura del Rinascimento perché ha alle sue spalle una storia, una letteratura e continua a crearne"
Arte del Cioccolato
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